Reflusso gastroesofageo: cosa fare?

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Il disturbo gastroesofageo è diventato piuttosto comune tra gli italiani e riguarda circa il 20-25% della popolazione, anche se pare in realtà che quanti ne sono inconsapevolmente affetti siano molti di più.


Questo perché se da un lato è ormai inteso dagli specialisti come endemico, si trova nascosto da diversi sintomi ulteriori a cui è spesso collegato


A essere certo è invece il disagio che causa il reflusso gastroesofageo, presente sia tra i giovani sia tra i meno giovani, in quanto obbliga a uno stile di vita all’interno della morigeratezza e in cui sgarrare, a livello alimentare e dello stile di vita, tende a essere pagato a caro prezzo.


Sono diversi, pertanto, i rimedi efficaci e i più validi vedono diversi dispositivi medici. Tra questi, l’azione di biochetasi contro il reflusso è considerata una delle più impattanti, in quanto in grado di ridurre sintomi quali bruciore di stomaco, dolore all’addome e rigurgito acido. Il tutto creando una sorta di pellicola protettiva a contrastare l’azione aggressiva degli agenti responsabili dell’irritazione.


Si tratta di una formulazione gradevole al palato, l’aroma è all’arancia, e priva di glutine, disponibile in pratiche bustine orosolubili, ovvero assumibili senza bisogno d’acqua in quanto si sciolgono in bocca.


Capire cosa fare, per chi soffre di disturbo gastroesofageo, è una questione quanto mai delicata. Ogni persona è diversa e non tutti rispondiamo agli stessi prodotti: per questo sono davvero tante le formulazioni che si possono trovare tra gli scaffali dei negozi, inclusi quelli delle farmacie online.


Vediamo quali accorgimenti adottare per convivere con questo disturbo che può portare anche opportunità interessanti per la persona (che si trova ad adottare abitudini più salutistiche), con un conseguente miglioramento della salute generale.



Informazioni base sul reflusso


Il reflusso gastroesofageo è un disturbo legato al malfunzionamento della parte inferiore dell’esofago, il quale porta alla risalita del materiale acido proveniente dallo stomaco.


I sintomi classici sono dolore allo sterno, rigurgito, cattivo sapore all’interno della bocca, salivazione eccessiva, difficoltà di deglutizione, tosse.


Si trova ampiamente diffuso sia tra le donne che tra gli uomini e la comparsa raggiunge l’apice tra i 35 e i 45 anni; risulta in crescita tra le fasce più giovani.


Il reflusso è legato a doppio filo con abitudini alimentari e stili di vita non adeguati. Non va mai sottovalutato perché può portare alla comparsa di complicanze cliniche anche importanti, come esofagiti, ulcere, persino acufeni e dolori alle orecchie. In molti soggetti è inoltre connesso alla presenza dell’ernia iatale.


In Italia, stando alle ultime stime, a soffrire di questo disturbo sono oltre 15 milioni di persone, spesso con diagnosi non precise.


La diagnosi preliminare è in genere effettuata da un otorinolaringoiatra attraverso l’introduzione di un sondino nasogastrico (indolore) ma possono essere predisposti da un gastroenterologo ulteriori accertamenti: gastroscopia, ecografia, visita in presenza con valutazione dell’addome.


Un controllo periodico è essenziale per tenere sotto controllo l’evoluzione della malattia, che può diventare silente ma difficilmente scompare. A incidere sul reflusso sono non di rado fattori emotivi o legati a stress e affaticamento.


Del resto, mente e corpo sono tra loro fortemente collegate e non a caso molte persone sostengono di sentire le emozioni prima ancora che nel cervello nella pancia: anche per questo l’intestino è considerato il secondo cervello.



ll trattamento del reflusso gastroesofageo


Il primo trattamento del reflusso gastroesofageo consiste in un cambiamento di abitudini, a livello sia alimentare che di stile di vita. Gli accorgimenti base sono semplici e piuttosto comuni:


  • • mangiare poco la sera;

  • • fare pasti più piccoli durante l’intero arco della giornata, in modo da non arrivare a cena troppo affamati;

  • • evitare cibi acidi come agrumi, pomodori, formaggi;

  • • dormire in posizione rialzata;

  • • praticare regolare attività fisica;

  • • adottare buone abitudini per contrastare lo stress;

  • • evitare fumo e alcolici;

  • • assicurarsi un sonno ristoratore ogni notte.



Questo a livello generale. Sono pertanto pochi i casi in cui i medici consigliano di intervenire chirurgicamente, ovvero a livello del cardias


La terapia è soprattutto farmacologica e se effettuati gli accorgimenti sopra citati nella maggior parte dei casi è possibile limitare l’uso di farmaci quali gli inibitori di pompa, che presentano effetti collaterali importanti nel lungo periodo.


Prodotti come biochetasi, specifici per il reflusso, presentano invece benefici concreti e a 360° per la persona. Non presentano conseguenze importanti per la salute e sono più naturali: ecco perché il loro uso è decisamente preferibile a quello dei già citati inibitori di pompa.



Nota sull’efficacia degli integratori nel reflusso


Accanto a dispositivi medici come biochetasi, per il reflusso gastroesofageo particolarmente utile appare l’inserimento di integratori specifici, realizzati da diverse case farmaceutiche e 100% naturali.


Si possono trovare a prezzi interessanti presso le farmacie online e sono considerati validi anche dai gastroenterologi per avere risultati nel lungo periodo a fronte di un miglioramento considerevole per la qualità della vita. La loro adozione dipende dallo specifico prodotto e può essere realizzata sia al bisogno sia per un arco maggiore di tempo.